Lo sport 'come cura', potrebbe addirittura rallentare il decorso dell'Alzheimer: lo suggerisce uno studio condotto su pazienti con forme ereditarie di Alzheimer secondo cui appena 2,5 ore di attività fisica a settimana rallenterebbero il decorso del declino cognitivo e sono associate a minori segni cerebrali di malattia.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association. Lo studio è stato condotto da Christoph Laske, dell'Università di Tübingen in Germania, coinvolgendo 275 pazienti di età media 38,5 anni e tutti con Alzheimer ereditario ad esordio precoce.
Lo studio fa parte di un più ampio progetto di ricerca chiamato 'Dominantly Inherited Alzheimer's Network' (DIAN), e coordinato da esperti della Washington University School of Medicine a St. Louis. Le abilità mentali e funzionali dei pazienti sono state misurate con test classici che si usano per valutare la progressione della malattia come il Mini-Mental State Examination - MMSE).
La ricerca mostra un legame significativo importante tra la pratica di attività fisica e le abilità cognitive e funzionali dei pazienti, nonché anche con i segni anatomici della malattia (presenza di proteine aberranti e tossiche nel cervello). Svolgere almeno 150 minuti di sport a settimana è risultato associato con migliori abilità mentali e un minor numero di segni cerebrali di patologia.
Il 70% dei pazienti coinvolti è riuscito a sostenere questo livello di attività fisica. Il prossimo passo sarà capire se anche un paziente anziano può svolgere attività fisica a sufficienza e se questa può allo stesso modo incidere sul decorso della sua malattia. Lo studio, concludono i ricercatori, mostra comunque che in linea di principio si può agire sul decorso dell'Alzheimer adottando corretti stili di vita e, nello specifico, evitando la sedentarietà.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association. Lo studio è stato condotto da Christoph Laske, dell'Università di Tübingen in Germania, coinvolgendo 275 pazienti di età media 38,5 anni e tutti con Alzheimer ereditario ad esordio precoce.
Lo studio fa parte di un più ampio progetto di ricerca chiamato 'Dominantly Inherited Alzheimer's Network' (DIAN), e coordinato da esperti della Washington University School of Medicine a St. Louis. Le abilità mentali e funzionali dei pazienti sono state misurate con test classici che si usano per valutare la progressione della malattia come il Mini-Mental State Examination - MMSE).
La ricerca mostra un legame significativo importante tra la pratica di attività fisica e le abilità cognitive e funzionali dei pazienti, nonché anche con i segni anatomici della malattia (presenza di proteine aberranti e tossiche nel cervello). Svolgere almeno 150 minuti di sport a settimana è risultato associato con migliori abilità mentali e un minor numero di segni cerebrali di patologia.
Il 70% dei pazienti coinvolti è riuscito a sostenere questo livello di attività fisica. Il prossimo passo sarà capire se anche un paziente anziano può svolgere attività fisica a sufficienza e se questa può allo stesso modo incidere sul decorso della sua malattia. Lo studio, concludono i ricercatori, mostra comunque che in linea di principio si può agire sul decorso dell'Alzheimer adottando corretti stili di vita e, nello specifico, evitando la sedentarietà.
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=17855&titolo=Lo-sport-potrebbe-aiutare-a-rallentare-il-decorso-Alzheimer