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cervello

(o corteccia cerebrale), porzione più estesa dell’encefalo, situato nella regione anteriore e superiore della cavità cranica. È suddiviso in telencefalo (a sua volta costituito da due emisferi), mesencefalo e diencefalo. Gli emisferi sono ricoperti dalla corteccia cerebrale, formata da sostanza grigia (costituita da nervi), che ricopre la sostanza bianca, (costituita da fibre). Nel cervello vengono regolate le più importanti funzioni corporee: i cinque sensi, la capacità di muoversi o di parlare, le emozioni, il sonno, il metabolismo corporeo, ecc.

Le principali malattie e sindromi a carico del cervello possono essere di origine vascolare (arteriosclerosi, attacchi ischemici transitori, ictus, infarto cerebrale, trombosi o emorragie delle arterie cerebrali, delle arterie carotidi del circolo di Willis), traumatica (coma, commozione cerebrale, emorragie cerebrali, emorragie della base cranica), infiammatoria o infettiva (encefaliti, meningoencefaliti, ascessi cerebrali), degenerativa (demenze senili, morbo di Parkinson, sindromi parkinsoniane, sclerosi multipla) e tumorale (tumori dei vari lobi cerebrali).

  • cervello

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    Porzione più estesa dell’encefalo, situato nella regione anteriore e superiore della cavità cranica. È suddiviso in telencefalo (a sua volta costituito da due emisferi), mesencefalo e diencefalo. Gli emisferi sono ricoperti dalla corteccia cerebrale, formata da sostanza grigia (costituita da nervi), che ricopre la sostanza bianca, (costituita da fibre). Nel cervello vengono regolate le più importanti funzioni corporee: i cinque sensi, la capacità di muoversi o di parlare, le emozioni, il sonno, il metabolismo corporeo, ecc.

    Le principali malattie e sindromi a carico del cervello possono essere di origine vascolare(arteriosclerosi, attacchi ischemici transitori, ictus, infarto cerebrale, trombosi o emorragie delle arterie cerebrali, delle arterie carotidi del circolo di Willis), traumatica(coma, commozione cerebrale, emorragie cerebrali, emorragie della base cranica), infiammatoria o infettiva (encefaliti, meningoencefaliti, ascessi cerebrali), degenerativa(demenze senili, morbo di Parkinson, sindromi parkinsoniane, sclerosi multipla) e tumorale(tumori dei vari lobi cerebrali).

  • Cervello, cellule 'stella' complici di emicrania e epilessia

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    Una famiglia di cellule nel cervello (quelle a forma di stella, chiamate astrociti) potrebbe essere implicata nella suscettibilità individuale a malattie neurologiche come l'emicrania e l'epilessia. Resa nota sulla rivista Communications Biology edita da Nature, è la scoperta di un team dell'Università di Zurigo guidato dall'italiano Mirko Santello. "La nostra scoperta - spiega Santello - indica che gli astrociti potrebbero essere il target di nuove cure per malattie del cervello.
  • Come affrontiamo lo stress: ecco cosa danneggia il cervello

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    A danneggiare la salute del nostro cervello non è lo stress in sé ma il modo in cui rispondiamo a esso. È quanto rivela uno studio dell'Università di Stato dell'Oregon che ha preso in considerazione quei tipici fastidi della vita di tutti i giorni, come la lunga attesa nello studio del medico o l'ingorgo sulla superstrada. Questi incidenti di percorso, emerge dall'analisi, possono aiutare a preservare la salute del cervello degli anziani, mentre invece sono le reazioni emotive derivate a contribuire al declino cognitivo.

  • Con sonnolenza diurna nel cervello proteine dell'Alzheimer

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    Avvertire sonnolenza diurna potrebbe essere associato al rischio di ammalarsi di Alzheimer: infatti chi di giorno si sente assonnato negli anni a venire ha un rischio triplo di presentare nel proprio cervello depositi di proteine tossiche tipiche della malattia, ovvero le placche di beta-amiloide. Lo rivela una ricerca appena pubblicata sulla rivista Sleep, che vede tra gli autori anche l'italiano Luigi Ferrucci del National Institute on Aging statunitense.
  • Correre: ecco i benefici fisici e mentali

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    correre

    In vista della prova costume e complici le belle giornate, in tanti durante questo periodo dell'anno decidono di dedicare un po' di tempo al jogging e, più in generale, all'esercizio fisico all'aria aperta. La corsa, in realtà, è un'attività che fa bene a tutte le età e in tutte le stagioni, dal momento che comporta molteplici benefici sia per la salute fisica che per quella mentale.

  • Dal fumo al diabete, ecco i fattori che minano la salute del cervello

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    Fumo, pressione alta, diabete e obesità sono tra i fattori di rischio che pesano anche sulla salute del cervello oltre che su quella cardiovascolare, contribuendo a indurre modifiche in aree chiave per le funzioni cognitive superiori come memoria e ragionamento, aree il cui deterioramento è particolarmente implicato nell'Alzheimer. Lo rivela uno studio pubblicato sull'European Heart Journal da Simon Cox, del Centre for Cognitive Ageing and Cognitive Epidemiology presso la University of Edinburgh (GB) da cui emerge chiaramente che più elevato è il rischio vascolare di un individuo, meno in salute appare il suo cervello.
  • Due bicchieri di vino al dì aiutano a 'ripulire' il cervello

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    Bere un paio di bicchieri di vino al giorno, non solo riduce il rischio di malattie cardiovascolari e tumori, ma può anche aiutare a 'ripulire la mente', aiutando il cervello a eliminare le tossine, comprese quelle associate alla malattia di Alzheimer. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports aiuta a spiegare quanto precedenti ricerche hanno dimostrato, ovvero che una moderata assunzione di alcol è associata a un minor rischio di declino cognitivo, mentre bere pesantemente lo aumenta.
  • Essere attivi è difficile, cervello 'programmato' per pigrizia

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    Vorremmo andare a correre, fare sport, ma qualcosa irresistibilmente ci tiene invece incollati al divano. Sembra una 'lotta' ed effettivamente lo è, tutta interna al cervello. Quest'ultimo infatti sembra essere 'programmato' per la pigrizia. Lo rileva una ricerca guidata dall'Università di Ginevra e da quella della British Columbia, pubblicata Neuropsychologia.

    I risultati dello studio spiegherebbero anche il cosiddetto "paradosso dell'esercizio": per decenni la società ha incoraggiato le persone ad essere più fisicamente attive, ma le statistiche mostrano che lo stiamo diventando meno. «La conservazione dell'energia è stata essenziale per la sopravvivenza dell'uomo - spiega Matthieu Boisgontier, uno degli autori principali dello studio - il fallimento delle politiche pubbliche per contrastare la pandemia dell'inattività fisica può essere dovuto a processi cerebrali che sono stati sviluppati e rafforzati attraverso l'evoluzione».
     
  • Il cervello delle persone creative? E' più connesso

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    Essere creativi? E' tutta questione di connessioni cerebrali. Le persone altamente creative hanno un cervello con più connessioni in alcune aree specifiche e sono in grado di attivare queste aree in modo più coordinato. E' quanto emerge da uno studio della Harvard University, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

    Sono tre le aree che si 'sincronizzano' di più: la rete di default cerebrale, che ha a che fare con il pensiero spontaneo e l'immaginazione, il 'salience network' che raccoglie informazioni importanti dall'ambiente, e la rete di controllo esecutivo, coinvolta nelle funzioni di controllo cognitivo e nella valutazione.
  • Il cervello sopprime idee ovvie per renderci creativi

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    Sopprimere le idee ovvie per 'raggiungere' le più innovative. E'così che il cervello umano lavora sulla creatività. Lo rileva una ricerca della Queen Mary University di Londra e della Goldsmiths University of London, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
  • Il tè difende il cervello dal declino

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    consumo te

    Bere abitualmente il tè protegge il cervello dall'invecchiamento e favorisce una migliore organizzazione della struttura cerebrale. A suggerirlo è una ricerca condotta da Università di Singapore, University of Essex e University of Cambridge, e pubblicata sulla rivista Aging.

  • L'ossessione del cibo dipende anche dai batteri intestinali

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    La tendenza al mangiare per piacere o per dipendenza piuttosto che per fame sembra dipendere anche dall'influenza che alcuni batteri intestinali riescono produrre su alcune aree del nostro cervello collegate alla ricompensa. La conferma dello stretto legame tra cervello, intestino e comportamento arriva da uno studio pubblicato su PLOS One.
  • La depressione viene 'spenta' prendendo l''onda giusta' nel cervello

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    La depressione si spegne accendendo le 'onde giuste' nel cervello: un trial clinico pilota unico nel suo genere, condotto da Flavio Frohlich dell'università della Carolina del Nord a Chapel Hill, ha infatti mostrato di poter dimezzare i sintomi depressivi in pazienti con depressione maggiore, usando una stimolazione indolore e non invasiva applicata dall'esterno (sulla testa), la 'stimolazione transcranica a corrente alternata'.
  • Lo sport potrebbe aiutare a rallentare il decorso Alzheimer

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    Lo sport 'come cura', potrebbe addirittura rallentare il decorso dell'Alzheimer: lo suggerisce uno studio condotto su pazienti con forme ereditarie di Alzheimer secondo cui appena 2,5 ore di attività fisica a settimana rallenterebbero il decorso del declino cognitivo e sono associate a minori segni cerebrali di malattia.

    Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association. Lo studio è stato condotto da Christoph Laske, dell'Università di Tübingen in Germania, coinvolgendo 275 pazienti di età media 38,5 anni e tutti con Alzheimer ereditario ad esordio precoce.
  • Lo stress annebbia e restringe il cervello

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    Anche da giovani, lo stresscompromette le funzioni cognitive e mnemoniche, portando ad una forte riduzione delle dimensioni del cervello prima di compiere 50 anni. Un recente studio evidenzia infatti che lo stress annebbia la mente e riduce la memoria già nei 40enni. Pubblicata sulla rivista Neurology, la ricerca ha coinvolto oltre 2300 individui sani e di età media 49 anni. È emerso che chi presenta nel sangue elevate concentrazioni del principale ormone dello stress - il cortisolo - non solo ha dei problemi di memoria rispetto a coetanei con meno cortisolo, ma presenta anche un volume cerebrale ridotto, a parità di altri fattori che possono influenzare le capacità mnemoniche e cognitive individuali.

  • Obesità e grasso su pancia potrebbero restringere cervello

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    I chili di troppo, e in particolare il grasso accumulato sulla pancia, potrebbero essere associati a restringimento del volume del cervello. Lo rivela uno studio condotto da Mark Hamer, della Loughborough University nel Leicestershire, (Inghilterra).
  • Più carboidrati e meno proteine, così cervello invecchia bene

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    Diete con poche proteine e un alto apporto di carboidrati possono essere una chiave per la longevità, in special modo quella del cervello, favorendone un invecchiamento sano. A suggerirlo è una ricerca dell'Università di Sidney, pubblicata su Cell Reports. "Al momento non ci sono trattamenti farmacologici efficaci per la demenza: possiamo rallentare questo tipo di malattie ma non possiamo fermarle, quindi è stimolante il fatto che stiamo iniziando a identificare diete che possono influenzare il modo in cui il cervello invecchia", evidenzia l'autore principale dello studio Devin Wahl.
  • Puzzle e cruciverba non rallentano il declino del cervello

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    Fare cruciverba, puzzle e Sudoku non evita o rallenta il declino mentale. Un nuovo studio pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), contraddice il concetto, fino ad oggi ampiamente accettato, che utilizzare il cervello in età avanzata aiuta a 'non perderlo', sintetizzato nella nota formula anglosassone Use It or Lose It. Tuttavia, lascia una speranza per chi tutta la vita svolge attività che impegnano la materia grigia.
  • Radiazioni più mirate bloccano metastasi multiple a cervello

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    Una nuova tecnica hi-tech di radioterapia che vede l'Italia all'avanguardia nel mondo si è dimostrata in grado di colpire molte metastasi cerebrali contemporaneamente, riuscendo a bloccarne la progressione. A dimostrarlo, uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Research and Clinical Oncology.
  • Troppo zucchero nel cervello legato a Alzheimer più grave

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    Troppo zucchero nel cervello potrebbe portare a un Alzheimer ancora più aggressivo, con sintomi più accentuati della demenza e condizioni patologiche nel cervello più gravi. Lo suggerisce uno studio finanziato dal National Institute on Aging (NIA), parte dei National Institutes of Health statunitensi, pubblicato oggi sulla rivista Alzheimer's & Dementia: the Journal of the Alzheimer's Association. Diretto da Madhav Thambisetty della Unit of Clinical and Translational Neuroscience presso il NIA's Laboratory of Behavioral Neuroscience, lo studio si è basato sull'osservazione di cervelli post-mortem di pazienti deceduti con Alzheimer e soggetti di controllo deceduti senza demenza.

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