ROMA, 14 FEB - Api, vespe, larve, formiche e molti altri insetti, e poi ancora, ragni e scorpioni sono preziosi alleati della salute umana e custodiscono i segreti di potenziali nuovi farmaci, da antibiotici ad antitumorali, da antidolorifici a sostanze che abbassano il colesterolo o hanno azione a livello del sistema nervoso.
È l'entomoterapia, spiega Stefano Turillazzi dell'Università di Firenze, che trova già applicazioni in non pochi ambiti clinici, ad esempio la larviterapia viene usata nella cura del piede diabetico e di altre ulcere di diversa natura e ferite importanti che non guariscono. "Ci sono molti trial clinici in corso che sfruttano sostanze estratte dagli insetti", rileva lo scienziato e autore del libro "Entomoterapia - Gli insetti come farmaci" (Edizioni ETS). La larviterapia è una tecnica che utilizza larve di mosche per ripulire ferite o piaghe che non guariscono e non rispondono più alle cure antibiotiche: è stata validata a livello scientifico, riconosciuta e in uso in Gran Bretagna e Usa. "Le larve normalmente si nutrono di carne putrefatta - spiega lo scienziato - e non toccano la carne viva, dove le cellule sono sane; inoltre rilasciano sostanze antibiotiche che aiutano a contenere l'infezione". Le secrezioni antimicrobiche prodotte dalle larve, continua, vengono rilasciate anche da altri insetti in saliva e veleno, continua Turillazzi: "noi abbiamo trovato due antibiotici nel veleno delle vespe, che producono e si ricoprono di veleno e lo attaccano anche sui luoghi dove vanno a passare la fase invernale (ibernacoli) per proteggersi". Molti di questi antimicrobici, spiega, sono promettenti perché potrebbero aggirare alcune resistenze agli antibiotici, e sono attualmente in studi clinici e di laboratorio. Ad esempio di recente al Massachusetts Institute of Technology di Boston, in uno studio sulla rivista Nature Communications Biology, sostanze antimicrobiche del veleno di vespa sono state modificate e usate per trattare in animali infezioni da Pseudomonas aeruginosa, un ceppo batterico molto temuto perché multiresistente.
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