La chemioterapia può avere effetti molto negativi sul cuore, al punto che un paziente su tre muore non di cancro ma a causa delle terapie oncologiche. Uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology che ha analizzato le cause di decesso in 1807 pazienti sopravvissuti al cancro, ha evidenziato che, a distanza di 7 anni, il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè di tumore. Il problema aumenta in presenza di cardiopatie silenti.
Come emerge dagli studi, il problema degli effetti collaterali cardiaci delle terapie antitumorali sta divenendo sempre più consistente anche perché, a causa dell'invecchiamento della popolazione, un numero sempre maggiore di pazienti arriva alla diagnosi di tumore con fattori di rischio cardiovascolari o cardiopatie silenti. Le donne con cancro al seno di età superiore ai 50 anni, per esempio, hanno una probabilità più alta di morire per problematiche cardiache collegate ai trattamenti oncologici che di morire per la recidiva del tumore.
Nelle donne con carcinoma mammario l’attività fisica è talmente efficace da poter essere considerata una vera e propria cura, al pari di chemio e ormonoterapia, oltre che essere preventiva sullo sviluppo di tumori.
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