È stato inviato dall'Ausl e dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna un modulo di consenso-rifiuto al vaccino antinfluenzale che dovranno compilare i dipendenti sanitari. Si tratta di un foglio di immediata compilazione: se si decide di sottoporsi alla profilassi, è sufficiente contrassegnare la casella del consenso. In caso di rifiuto si sottoscrive di "essere consapevole di poter contrarre il virus e trasmetterlo ai pazienti, ai miei famigliari e ai miei colleghi già 24 ore prima della comparsa dei sintomi".
Sono poi elencate delle risposte già pronte per la spiegazione del rifiuto. Tra queste: "timore di contrarre l'influenza a seguito della vaccinazione", "paura degli aghi o delle iniezioni", "timori di effetti collaterali" (che, dunque, per loro stessa ammissione ci sono. Con buona pace dei sostenitori dell'assoluta innocuità dei vaccini).
Sembra chiaro, insomma, che il provvedimento mira a far vaccinare un numero più alto di medici che si sottoporrebbero alla profilassi per il "timore" di mettere nero su bianco il motivo per cui non vogliono farlo.
Viene da chiedersi, tuttavia, perché proprio i medici possono non vaccinarsi quando, in teoria, dovrebbero vaccinarsi tutti in quanto classe medica? E perché invece i normali cittadini vengono, se non costretti, decisamente invitati a farsi vaccinare?
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