In aumento negli ultimi 15 anni le resistenze ai farmaci anti-Hiv nei paesi del Sud del Mondo: oltre il 10% dei sieropositivi che sta per cominciare la terapia con antiretrovirali di prima linea presenta già una resistenza a questi farmaci. Lo rivela un maxi studio condotto da ben 33 esperti di vari paesi e coordinato dalla università College di Londra e dall'Oms (finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation e dallo stesso Oms). Pubblicato in occasione della giornata mondiale contro l'Aids sulla rivista The Lancet Infectious Diseases, lo studio si è basato su 358 set di dati, relativi a 56.044 adulti di 63 paesi a basso e medio reddito, che stavano iniziando le terapie antiretrovirali di prima linea che secondo le linee guida OMS sono gli Inibitori Non Nucleosidici della Transcriptasi Inversa (NNRTI) e gli i Inibitori della Transcriptasi Inversa (NRTI).
Se nessuna contromisura sarà presa, la resistenza ai farmaci NNRTI potrebbe portare a 890.000 decessi in più per Aids e a 450.000 infezioni in più solo in Africa Sub-Sahariana entro il 2030. Lo studio non ha preso in esame i paesi ricchi dove comunque altri dati indicano le resistenze stabili se non in declino. La comparsa delle resistenze nei paesi poveri è da riferirsi in gran parte al fatto che i sieropositivi iniziano e poi interrompono la terapia per poi ricominciarla di nuovo.
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=15996&titolo=Hiv,-pericoloso-aumento-resistenze-a-farmaci-in-Sud-Mondo