Alcuni farmaci usati da milioni di persone nella cura di incontinenza e depressione potrebbero aumentare del 30% il rischio di sviluppare qualche forma di demenza. Ad essere sotto accusa sono gli anticolinergici, sostanze utilizzate per il controllo delle contrazioni muscolari, contro il parkinson e per problemi urologici. È quanto emerge da uno studio inglese pubblicato dal British Medical Journal.
Il team coordinato da Georg Sawa, della East Anglia University di Norwich, nel Regno Unito, ha preso in considerazione i dati raccolti dal 2006 al 2015 su oltre 40 mila pazienti di età compresa tra 65 e 99 anni colpiti da demenza e su circa 284 mila persone non interessate da questo disturbo. L’assunzione quotidiana di anticolinergici, prescritti da 4 a 20 anni prima della diagnosi di demenza, è stata codificata usando la scala di valutazione Anticholinergic Cognitive Burden (Acb). Nel complesso, a 14.453 individui con demenza e a 86.403 persone senza questo disturbo è stato prescritto almeno un farmaco anticolinergico con un punteggio Acb di 3, ovvero ad attività anticolinergica definita.
La demenza è stata associata a un punteggio Acb medio crescente. Tuttavia, mentre i farmaci gastrointestinali ad attività anticolinergica con un punteggio Acb di tre non erano legati a demenza, né lo erano gli antiistaminici, a mostrare un legame con la demenza sono stati gli antidepressivi, i farmaci urologici e quelli contro il Parkinson.
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