Il 10% dei pazienti asmatici lombardi soffre di una forma di asma severo refrattario ai trattamenti a disposizione. Questi casi, pur essendo poco numerosi, assorbono oltre la metà dei costi diretti e indiretti della patologia a causa di ricoveri frequenti e accessi in pronto soccorso. Anche in Regione Lombardia è stato approvato mepolizumab, anticorpo monoclonale che dimezza le crisi acute e riduce di oltre il 60% i ricoveri.
Il farmaco consente di trattare con successo almeno la metà dei pazienti con asma severo, grazie ad una iniezione sottocute una volta al mese. Ha dimostrato negli studi clinici non solo di ridurre dell'84% la conta degli eosinofili nel sangue, e di conseguenza sia le riacutizzazioni in generale (53%), sia quelle che determinano ricovero in ospedale o visite al Pronto soccorso (61%). Ma ha anche migliorato la funzione polmonare e ridotto della metà la dose giornaliera di corticosteroidi orali, farmaci che hanno un impatto pesante sulla qualità di vita dei pazienti, dovuto agli effetti collaterali: incremento di peso, aumento della glicemia, rischio di sviluppare osteoporosi.
«Al momento - afferma Francesco Blasi, Professore Ordinario malattie dell'apparato respiratorio dell'Università degli Studi di Milano - abbiamo in cura 6 pazienti con mepolizumab, che, anche in base a quanto ci dicono gli studi clinici, ha dimostrato di migliorare la qualità di vita di chi soffre di questa forma grave di asma, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle riacutizzazioni di malattia. Ovviamente, essendo un farmaco target, va somministrato in ambito specialistico solo a pazienti che sappiamo possono rispondere alla terapia».
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=16554&titolo=L-asma-puo-essere-fatale,-anticorpo-per-trattare-casi-gravi