L'Antitrust indaga su una ipotetica farmacia on line che pubblicizza un medicinale denominato "generico Kaletra" al prezzo di 634 euro la cui pubblicità sembrerebbe suggerire che il prodotto "sia l'unico farmaco contro il Coronavirus" e "l'unico rimedio di combattere il Covid-19" per orientare i consumatori all'acquisto. Lo si legge nel Bollettino Antitrust pubblicato ieri.
I claim pubblicitari, si legge, "appaiono contrari alla diligenza professionale e idonei ad indurre il consumatore medio all'assunzione di decisioni di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso, sulla base di una ingannevole rappresentazione della realtà che sfrutta la situazione di allarme sanitario esistente. Le affermazioni contenute sul sito sono tali da generare il convincimento che il prodotto abbia gli effetti curativi vantati, relegando peraltro la menzione degli effetti collaterali ad una sezione di solo eventuale consultazione". Non solo. Il sito lascerebbe intendere anche che la vendita on line del prodotto sia lecita e che il professionista operi in un contesto di piena legalità. In realtà, annota l'Antitrust, sia la commercializzazione sia la pubblicità del prodotto sembrerebbero svolgersi in violazione degli art 112-quater e 115, comma 2, del D. lgs. 24 aprile 2006, 219. Trattandosi di farmaco generico sarebbe suscettibile di vendita solo con presentazione della prescrizione medica e, pertanto, non può essere oggetto di vendita a distanza al pubblico.
Per questo L'Antitrust ha chiesto ulteriori elementi conoscitivi da presentare entro 10 giorni tra cui l'autorizzazione del Ministero della Salute ; test clinici a sostegno dei vanti di unicità e di efficacia spesi nella comunicazione commerciale; e il volume/valore delle vendite dall'inizio del 2020 ricordando come secondo quanto preveda il Codice di Consumi, i soggetti che rifiutano od omettono senza giustificato motivo le indicazioni sono sottoposti ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 20.000 o ad una multa da 4.000 a 40.000 euro se forniscono esibiscono documenti non veritieri.
I claim pubblicitari, si legge, "appaiono contrari alla diligenza professionale e idonei ad indurre il consumatore medio all'assunzione di decisioni di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso, sulla base di una ingannevole rappresentazione della realtà che sfrutta la situazione di allarme sanitario esistente. Le affermazioni contenute sul sito sono tali da generare il convincimento che il prodotto abbia gli effetti curativi vantati, relegando peraltro la menzione degli effetti collaterali ad una sezione di solo eventuale consultazione". Non solo. Il sito lascerebbe intendere anche che la vendita on line del prodotto sia lecita e che il professionista operi in un contesto di piena legalità. In realtà, annota l'Antitrust, sia la commercializzazione sia la pubblicità del prodotto sembrerebbero svolgersi in violazione degli art 112-quater e 115, comma 2, del D. lgs. 24 aprile 2006, 219. Trattandosi di farmaco generico sarebbe suscettibile di vendita solo con presentazione della prescrizione medica e, pertanto, non può essere oggetto di vendita a distanza al pubblico.
Per questo L'Antitrust ha chiesto ulteriori elementi conoscitivi da presentare entro 10 giorni tra cui l'autorizzazione del Ministero della Salute ; test clinici a sostegno dei vanti di unicità e di efficacia spesi nella comunicazione commerciale; e il volume/valore delle vendite dall'inizio del 2020 ricordando come secondo quanto preveda il Codice di Consumi, i soggetti che rifiutano od omettono senza giustificato motivo le indicazioni sono sottoposti ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 20.000 o ad una multa da 4.000 a 40.000 euro se forniscono esibiscono documenti non veritieri.
https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=21211&titolo=Covid-19-vendite-non-autorizzate-di-medicinali,-l%92Antitrust