Consumare un farmaco scaduto può avere conseguenze gravi, anche mortali. Con il passare del tempo, infatti, si può verificare una degradazione del principio attivo che oltre a compromettere l'efficacia del farmaco può comportare rischi anche in termini di sicurezza. La degradazione del principio attivo o degli eccipienti contenuti nel medicinale potrebbe addirittura mettere a serio rischio la vita del paziente, ad esempio per una reazione allergica fatale, già a dosi bassissime, causata dalle impurezze. È quanto riferisce l'Aifa in una nota pubblicata sul suo sito web dove si sottolinea che la data di scadenza è infatti il risultato di una valutazione basata sugli studi di stabilità condotti sui farmaci.
Pertanto non è opportuno che sia il paziente a valutare se un farmaco scaduto sia utilizzabile o meno e quale sia la sua pericolosità considerando in autonomia il colore, l’odore o i cambiamenti nella consistenza.
È bene ricordare che la data di scadenza si riferisce al farmaco conservato all’interno del suo contenitore integro e alle condizioni di temperatura e umidità standard, per cui un medicinale conservato per anni in casa, magari in maniera non corretta, si degraderà con maggiore velocità.
È importante conservare i farmaci in un luogo fresco e asciutto della casa (non nel bagno), lontano da fonti di calore, nei contenitori originali etichettati. È consigliato annotare sulla confezione la data di prima apertura. È sempre di fondamentale importanza seguire le informazioni sulla conservazione riportate nel foglio illustrativo di ciascun prodotto.
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