di Franco Bechis
Fonte: Il Tempo
Mesi di prove e controprove, poi la risposta dei controlli cofinanziati dall'ordine biologi. Manca la rosolia in quello che dovrebbe debellarla. Dna umano e diserbanti nell'altro
L'idea era nata durante la scorsa legislatura per i lavori della commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito. Vero che i casi di malattia e morte di tanti nostri militari avevano relazione evidente con le condizioni di impiego sugli scenari delle missioni.
Ma c'era anche un'altra condizione comune fra tutti quei casi: per essere inviati in Afghanistan piuttosto che in Libano o in Iraq e in tutti gli scenari delle missioni di pace, i nostri militari venivano sottoposti a una quantità impressionante di vaccinazioni. E a qualcuno - fra cui l'attuale presidente dell'ordine dei biologi (che allora era parlamentare) Vincenzo D'Anna era venuto un dubbio: non poteva essere anche in quelle vaccinazioni la causa dell'insorgenza di quei mali? Il dubbio dovrebbe essere la strada di indagine maestra per ogni uomo di scienza. In epoca di guerra di religione sulle vaccinazioni obbligatorie, anche quella semplice ipotesi da verificare sembrò scandalosa. Poco conta che D'Anna, come in genere tutti i biologi, non sia affatto un no vax. Anzi, era ed è convintissimo sulla utilità e l'efficacia dei vaccini. E in effetti l'indagine proposta non aveva caratteristiche ideologiche, ma lo scopo di escludere l'ipotesi ad esempio di una partita di vaccini non prodotta a regola d'arte. C'è voluto del bello e del buono per trovare qualcuno disposto ad effettuare quei controlli indipendenti sui vari lotti delle più comuni vaccinazioni. Ma alla fine qualcuno c'è stato. Ed alcuni laboratori indipendenti del Nord Est Italia per mesi e mesi hanno effettuato analisi e controanalisi di laboratorio, più volte ripetute su lotti diversi dello stesso vaccino quando insorgevano anomalie di qualsiasi tipo.
In alcuni casi la prova scientifica ha dato l'esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d'arte. In altri no. Per due di questi i risultati delle analisi biologico-genomiche (i cui referti sono in possesso de Il Tempo) sono stati clamorosi. E preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole. In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia. Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati per migliaia di vaccinazioni inutili, perché in assenza dell'antigene necessario chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino. Nel secondo referto di laboratorio analisi e contro analisi che riguardavano un vaccino multivalente per non contrarre fra l'altro difterite, tetano, pertosse ed epatite B, è stata rilevata la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal dna umano) e sia pure in dosi microscopiche potenzialmente dannose per la salute dell'uomo. Questi clamorosi risultati oltre ad essere pubblicati su riviste scientifiche internazionali, porteranno a un esposto che verrà presentato all'Agenzia italiana del Farmaco, alla sua madre europea Ema, ai nas dei carabinieri e alle competenti procure della Repubblica. Non essendo scienziati abbiamo chiesto quindi al presidente dell'ordine dei biologi, D'Anna, di spiegare in maniera comprensibile anche a tutti i consumatori il preoccupante risultato di quelle analisi.
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Dopo appena quattro mesi dall'entrata in vigore della legge sui vaccini, un bilancio non è possibile. Perché le Regioni hanno agito finora in ordine sparso, i dati sono disomogenei e i tempi per mettersi in regola per completare la profilassi prevista, con i bambini più piccoli degli asili nido e a salire fino alle scuole superiori, sono lunghi. Dalle poche notizie diffuse sembra che l'adesione alla obbligatorietà sia stata recepita. Ma come potrebbe essere diversamente?
La punizione per i più piccoli non vaccinati - divieto di accesso ai “nidi”- è molto severa. Eccessiva. E tanti genitori, seppure a malincuore, si sono giustamente adeguati. Tuttavia sembra che alcune decine e decine di migliaia di famiglie, con figli più grandicelli, non avrebbero accettato - finora - l’obbligo. Però solo quando le Regioni compileranno le liste delle vaccinazioni si potrà sapere con maggior precisione quanto avrà funzionato la legge 119.
Per il momento si hanno appunto soltanto dati parziali. Ad esempio la Lombardia nelle scorse settimane fa ha comunicato che oltre 37mila ragazzi a Milano non avevano ancora presentato la documentazione alle scuole. Non pochi. D'altronde è la stessa legge a favorire una scarsa adesione alla vaccinazione degli iscritti alle scuole fino ai 16 anni: come è arcinoto per questi studenti basta una multa - da 100 fino a 500 euro - pagata dai genitori e i vaccini possono restare negli armadietti degli studi medici.
Sarebbe poi interessante sapere cosa sta accadendo nelle scuole dove i non vaccinati sono più di due per aula (limite consentito): gli "esuberi" vanno in classi differenziate, "vaccino free"? E a proposito di differenze, essendo il nostro un paese a macchia di leopardo, avremo territori nei quali la copertura richiesta sarà largamente superata e altri che resteranno al di sotto? Cosa accadrà quando verranno tirate le somme? Si terrà conto della percentuale media nazionale, oppure si potranno introdurre norme parziali per avviare una riduzione progressiva dell'obbligo?
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La guerra sui vacciniha vissuto momenti diversi. E si è combattuta con armi diverse: scientifiche, sanitarie, culturali, economiche, sociali, politiche. Quest'ultime prendono il sopravvento quando il Partito democratico e Renzi (post del 17 agosto) capiscono che sul tema il Movimento Cinque Stelle è facilmente criticabile e aggredibile. Così i vaccini, da farmaco per una giusta profilassi, diventano un’arma, potente e convincente, da usare contro i “nemici della salute” degli italiani, appunto i grillini.
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Tutti i farmacisti che lavorano a contatto con il pubblico dovrebbero rapidamente sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale. E’ l’indicazione contenuta nella lettera che Keith Ridge, direttore del Servizio farmaceutico inglese (l’ufficio del Department of health cui spetta il governo del farmaco), ha inviato nei giorni scorsi al Psnc (Pharmaceutical services negotiating committee, il comitato che rappresenta le farmacie del territorio nei rinnovi contrattuali). L’intervento, scrive il Pharmaceutical Journal, rientra nella strategia messa in campo dal servizio sanitario inglese per limitare ricoveri e accesso al pronto soccorso nella prossima stagione influenzale.
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Il Tribunale di Roma dà ragione al Codacons. “Nel corso dell’udienza preliminare il Gup del Tribunale, Monica Ciancio, ha disposto il non luogo a procedere nei confronti del presidente dell’associazione dei consumatori, indagato per calunnia e diffamazione a seguito della denuncia sporta dalla SITI (Società Italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica)”.
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Si terrà domani, in Parlamento, la seduta conclusiva della IV Commissione d’inchiesta sull’Uranio impoverito che – nel corso di decenni – ha analizzato anche gli effetti delle vaccinazioni multiple sui militari italiani.
Domani verrà divulgata l’ultima tranche di un lavoro iniziato nel 2004con il progetto Signum, acronimo di Studio di Impatto Genotossico nelle Unità Militari.
Ce ne occupiamo per due motivi: su giornali e tivù se n’è parlato decisamente poco; ciò che è emerso, invece, è fondamentale per capire l’impatto delle vaccinazioni multiple praticate senza un’opportuna anamnesi clinica.
L’antefatto
Migliaia di militari colpiti da malattie invalidantidopo le missioni all’estero negli ultimi decenni hanno indotto il Ministero della Difesa a istituire una prima Commissione d’inchiesta. Cliccate qui per saperne di più.
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Nella querelle sui vaccini obbligatori, si inserisce un altro elemento a complicare le cose. La denuncia arriva da Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino, e riguarda i vaccini monovalenti, soprattutto quello contro il tetano, introvabili nelle farmacie. Nessun problema per quello trivalente, cioè buono contro tetano, difterite e pertosse ma in alcuni casi sia il costo, 29,70 euro rispetto ai 9,24 del monovalente, che il principio sostenuto da molti genitori per cui fare singoli dosi possa essere meno dannoso, spinge molti a lamentarsi per la mancanza nelle farmacie.
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Preferisce glissare sulle polemiche sui vaccini, il professor Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin, che scoprì l’antipolio. E’ sconcertato della retromarcia grillina, poiché giudicava quel provvedimento adottato “equo e giusto”.
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La Provincia di Bolzano, anche dopo il 10 marzo - scadenza per l'obbligo di vaccinazioneper l'iscrizione a scuola - non applicherà multe oppure esclusioni per i bambini non vaccinati. Lo ribadisce sul quotidiano Dolomiten l'assessora alla sanità Martha Stockern che afferma: "Proseguiamo per la nostra strada.
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Si sono concluse con tre indagati le indagini sulla sanità trentina. Nei giorni scorsi i pubblici ministeri Alessandra Liverani e Carmine Russo, titolari dell'indagine affidata ai carabinieri del Noe e alla squadra mobile di Trento, hanno mandato l'avviso di conclusione delle indagini.
Nel mirino vi è l'appalto per il Servizio di stoccaggio e trasporto vacciniaffidato nell'autunno 2017 ad Unifarm, la società di farmacisti del Trentino Alto Adige. Una gara che, in fase di pubblicazione dell'avviso di interesse - secondo l'accusa - sarebbe stata confezionato “su misura”, per fare in modo che ad aggiudicarsela fosse Unifarm.