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Epilessia

Scopriamo che l’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse tra loro. Questa pluralità prevede anche prognosi diverse: la maggior parte delle forme di epilessia è compatibile con una vita normale; le altre forme, più rare, sono invece di maggior gravità. Il termine epilessia deriva dal greco e significa essere sopraffatti, essere colti di sorpresa.

L'epilessia è una delle più diffuse malattie neurologiche, tanto da essere considerata una malattia sociale. Non è facile stimare la frequenza dell'epilessia, perché spesso questa malattia viene tenuta nascosta per motivi psicologici e ambientali. Nei Paesi industrializzati l’epilessia interessa circa una persona su 100: si stima che in Europa circa sei milioni di persone abbiano un’epilessia in fase attiva e che la malattia interessi in Italia circa 500.000 persone. 

I maggiori picchi di incidenza si hanno nei bambini e nei giovani adulti e negli anziani. Nei Paesi in via di sviluppo l’incidenza dell’epilessia è maggiore, anche se non vi sono dati epidemiologici sicuri.

  • Cervello, cellule 'stella' complici di emicrania e epilessia

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    Una famiglia di cellule nel cervello (quelle a forma di stella, chiamate astrociti) potrebbe essere implicata nella suscettibilità individuale a malattie neurologiche come l'emicrania e l'epilessia. Resa nota sulla rivista Communications Biology edita da Nature, è la scoperta di un team dell'Università di Zurigo guidato dall'italiano Mirko Santello. "La nostra scoperta - spiega Santello - indica che gli astrociti potrebbero essere il target di nuove cure per malattie del cervello.
  • epilessia

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    Scopriamo che l’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse tra loro. Questa pluralità prevede anche prognosi diverse: la maggior parte delle forme di epilessia è compatibile con una vita normale; le altre forme, più rare, sono invece di maggior gravità. Il termine epilessia deriva dal greco e significa essere sopraffatti, essere colti di sorpresa.

    L'epilessia è una delle più diffuse malattie neurologiche, tanto da essere considerata una malattia sociale. Non è facile stimare la frequenza dell'epilessia, perché spesso questa malattia viene tenuta nascosta per motivi psicologici e ambientali. Nei Paesi industrializzati l’epilessia interessa circa una persona su 100: si stima che in Europa circa sei milioni di persone abbiano un’epilessia in fase attiva e che la malattia interessi in Italia circa 500.000 persone. 

    I maggiori picchi di incidenza si hanno nei bambini e nei giovani adulti e negli anziani. Nei Paesi in via di sviluppo l’incidenza dell’epilessia è maggiore, anche se non vi sono dati epidemiologici sicuri.

  • Epilessia, forse entro l'anno ok Usa farmaco a base cannabis

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    Un estratto della cannabis - un olio purificato chiamato 'cannabidiol' - ha mostrato in rigorosi test clinici, una significativa efficacia nel trattamento di alcuni pazienti epilettici, che non rispondevano ad alcun trattamento. Ora, la richiesta di approvazione del farmaco 'epidiolex' della GW Pharmaceuticals - azienda britannica - e' stata presentata sia all'Agenzia europea del farmaco che alla Food and drug administration americana (Fda).

  • Farmaci antiepilettici in gravidanza: quali rischi?

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    gravidanza

    Molti farmaci, se assunti in maniera incauta in gravidanza, possono causare danni al bambino. Ecco perché a partire dal 2014 l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato una revisione relativa  all’uso dei medicinali contenenti valproato nel trattamento di donne e ragazze in età fertile o in gravidanza. I farmaci a base di valproato sono autorizzati nei Paesi UE, per il trattamento dell’epilessia, del disturbo bipolare e in alcuni paesi anche dell’emicrania.

    Da uno studio riportato dall'Aifa e condotto qualche tempo fa su un campione significativo è emerso che i figli di donne che assumono farmaci per il trattamento dell'epilessia durante la gravidanza possono essere esposti ad rischio maggiore di ritardi nello sviluppo fisico e mentale. I bambini esposti a farmaci antiepilettici erano soggetti anche ad un aumento del rischio di difetti alla nascita, secondo lo studio apparso sulla rivista Epilepsia.

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