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Endometriosi

La malattia è anche conosciuta come: malattia endometriosica.

L’endometriosi è una malattia ginecologica frequente e complessa: si calcola che colpisca il 10-15% delle donne in età fertile in Europa, in Italia circa tre milioni (2.902.873, secondo una stima del Census Bureau del 2004).

Si può instaurare già nell’adolescenza ma viene diagnosticata in genere intorno ai 25-28 anni, con un ritardo medio di otto anni dalla comparsa dei primi sintomi (secondo dati americani, per la metà delle donne occorre incontrare una media di cinque ginecologi prima di ottenere una diagnosi).

È una patologia cronica, spesso progressiva, dove alcune cellule della mucosa uterina (l’endometrio, appunto) s’impiantano al di fuori dell’utero posizionandosi in sedi anomale, principalmente a livello di ovaie, tube, legamenti utero-sacrali, cavo del Douglas, vescica, retto, ureteri, reni, setto retto-vaginale, genitali esterni. Può trovarsi anche a livello di ombelico, arti, polmoni e in qualunque organo del corpo; è possibile anche una localizzazione vicina a cicatrici di interventi chirurgici precedenti.

Le particelle della mucose aderenti al peritoneo subiscono le stesse modificazioni cicliche delle cellule normali dell’utero. Provocano un’emorragia che non può defluire all’esterno come la mestruazione, ma che si raccoglie nella cavità addominale. Questo porta vari disturbi come dolori, turbe organiche e persino danni a carico dei tessuti. Anche la sterilità può esserne una conseguenza.

La patologia generalmente progredisce con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentano i disturbi. A ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell’area circostante.

Inoltre, particelle della mucosa possono aderire oppure infiltrare altri organi (vescica, intestino, ecc…); questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione. Così pure è possibile la comparsa di coliche o di dolori diffusi al basso ventre.

L’obiettivo di ogni trattamento consiste nell’interrompere questo processo, eliminando l’endometriosi o impedire l’estendersi della malattia.

  • endometriosi

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    L’endometriosi è una malattia ginecologica frequente e complessa: si calcola che colpisca il 10-15% delle donne in età fertile in Europa, in Italia circa tre milioni (2.902.873, secondo una stima del Census Bureau del 2004).

    Si può instaurare già nell’adolescenza ma viene diagnosticata in genere intorno ai 25-28 anni, con un ritardo medio di otto anni dalla comparsa dei primi sintomi (secondo dati americani, per la metà delle donne occorre incontrare una media di cinque ginecologi prima di ottenere una diagnosi).

    È una patologia cronica, spesso progressiva, dove alcune cellule della mucosa uterina (l’endometrio, appunto) s’impiantano al di fuori dell’utero posizionandosi in sedi anomale, principalmente a livello di ovaie, tube, legamenti utero-sacrali, cavo del Douglas, vescica, retto, ureteri, reni, setto retto-vaginale, genitali esterni. Può trovarsi anche a livello di ombelico, arti, polmoni e in qualunque organo del corpo; è possibile anche una localizzazione vicina a cicatrici di interventi chirurgici precedenti.

    Le particelle della mucose aderenti al peritoneo subiscono le stesse modificazioni cicliche delle cellule normali dell’utero. Provocano un’emorragia che non può defluire all’esterno come la mestruazione, ma che si raccoglie nella cavità addominale. Questo porta vari disturbi come dolori, turbe organiche e persino danni a carico dei tessuti. Anche la sterilità può esserne una conseguenza.

    La patologia generalmente progredisce con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentano i disturbi. A ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell’area circostante.

    Inoltre, particelle della mucosa possono aderire oppure infiltrare altri organi (vescica, intestino, ecc…); questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione. Così pure è possibile la comparsa di coliche o di dolori diffusi al basso ventre.

    L’obiettivo di ogni trattamento consiste nell’interrompere questo processo, eliminando l’endometriosi o impedire l’estendersi della malattia.

  • Endometriosi per 3 mln donne,linee guida per diagnosi e cura

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    Dolore pelvico, mestruazioni molto dolorose, disturbi gastrointestinali o urinari durante il ciclo e riduzione della fertilità. Così si manifesta l'endometriosi, una patologia che in Italia interessa circa 3 milioni di donne. Il 30-40% di coloro che vengono colpite è sterile. Ritardo nella diagnosi, informazioni terapeutiche non sempre adeguate e assistenza frammentata riguardano questa malattia, che nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) è stata inserita tra quelle croniche e invalidanti, una cosa che garantisce alle donne con gli stadi più avanzati l'esenzione per alcune prestazioni, mentre le terapie per ridurre la sintomatologia dolorosa (trattamenti ormonali, analgesici) rimangono a carico delle pazienti.

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