Una risoluzione orientata a fare chiarezza sulla carenza di farmaci. E’ quella approvata dal Parlamento Europeo, lo scorso 17 settembre, nella quale si sottolinea come la mancanza di medicinali sia una grave minaccia per il diritto alle cure mediche essenziali per i pazienti nell'UE, in quanto provoca disuguaglianze in base al Paese di residenza e turbative del mercato unico.
Tra le cause del fenomeno, la delocalizzazione della produzione. I dati evidenziano, infatti, come il 40% dei medicinali commercializzati nell'Unione proviene da Paesi terzi, il che si traduce in una "perdita di indipendenza dell'Europa sul piano sanitario".
"La catena di approvvigionamento – si legge nella risoluzione - fa ricorso massiccio a subappaltatori all'esterno dell'UE per la produzione delle materie prime in considerazione del costo del lavoro inferiore e della presenza di norme ambientali meno rigorose, facendo sì che dal 60 all'80% dei principi attivi dei medicinali venga fabbricato al di fuori dell'Unione, segnatamente in Cina e in India. Trenta anni fa questa percentuale era pari al 20% e oggi questi due Paesi producono il 60% del paracetamolo, il 90% della penicillina e il 50% dell'ibuprofene di tutto il mondo".
Il Parlamento invita, pertanto, la Commissione UE ad adottare rapidamente le misure necessarie per "garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dei prodotti sanitari, ridurre la dipendenza dell'UE nei confronti dei Paesi terzi e sostenere la produzione farmaceutica locale per i medicinali di forte interesse terapeutico, dando priorità ai medicinali di interesse sanitario e strategico in stretta cooperazione con gli Stati membri".
Tra le cause del fenomeno, la delocalizzazione della produzione. I dati evidenziano, infatti, come il 40% dei medicinali commercializzati nell'Unione proviene da Paesi terzi, il che si traduce in una "perdita di indipendenza dell'Europa sul piano sanitario".
"La catena di approvvigionamento – si legge nella risoluzione - fa ricorso massiccio a subappaltatori all'esterno dell'UE per la produzione delle materie prime in considerazione del costo del lavoro inferiore e della presenza di norme ambientali meno rigorose, facendo sì che dal 60 all'80% dei principi attivi dei medicinali venga fabbricato al di fuori dell'Unione, segnatamente in Cina e in India. Trenta anni fa questa percentuale era pari al 20% e oggi questi due Paesi producono il 60% del paracetamolo, il 90% della penicillina e il 50% dell'ibuprofene di tutto il mondo".
Il Parlamento invita, pertanto, la Commissione UE ad adottare rapidamente le misure necessarie per "garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dei prodotti sanitari, ridurre la dipendenza dell'UE nei confronti dei Paesi terzi e sostenere la produzione farmaceutica locale per i medicinali di forte interesse terapeutico, dando priorità ai medicinali di interesse sanitario e strategico in stretta cooperazione con gli Stati membri".
https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=21720&titolo=Carenza-medicinali,-il-Parlamento-Europeo-approva-risoluzion