Le farmacie non sono più una priorità delle amministrazione locali. La dimostrazione arriva da Genova e Bologna che si preparano alla vendita di quelle comunali. Entro l’estate, al massimo a settembre, quelle di Bologna diventeranno totalmente private, visto che il Comune venderà le azioni ancora in suo possesso, meno del 16% della società Afm, con un’asta pubblica.
Lo ha annunciato Palazzo d'Accursio durante una commissione sul tema, confermando una scelta già presa nel 2015 ma che fino a oggi era rimasta lettera morta per alcune leggi nazionali che impedivano la cessione. Non ci sono ancora stime sul possibile guadagno del Comune, che incasserà dalla vendita delle quote ma dovrà rinunciare ai 300mila euro di dividendi che riceve ogni anno da Afm, che ha un fatturato di 60 milioni di euro, un utile di 3,3 milioni e circa 200 dipendenti.
Stessa sorte per Genova dove il sindaco ha dichiarato che “le farmacie non sono una priorità dell’amministrazione” a margine del consiglio comunale che aveva come punto all’ordine del giorno anche l’impegno della giunta a mantenere pubbliche le 8 farmacie della città. Ma il provvedimento è stato respinto: 23 i voti contrari, quelli della maggioranza, 16 quelli a favore (quelli dei consiglieri di minoranza), con il sindaco che ha chiarito: “attualmente non abbiamo motivo di metterle in vendita, ma qualora ci si presentasse un’opportunità vantaggiosa, potremmo valutare tale ipotesi”.
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