I legami sociali potrebbero aiutare a vincere il cancro al punto da rappresentare un potenziale strumento da integrare nel piano di cura del singolo paziente: lo sostiene Ying Bao, epidemiologo del Brigham and Women's Hospital e docente della Harvard Medical School di Boston che ha condotto uno studio su donne con cancro del colon-retto. Pubblicato sulla rivista Cancer, lo studio ha coinvolto quasi 900 donne che avevano ricevuto una diagnosi di tumore del colon-retto. Il livello di integrazione o, al contrario, di isolamento sociale di ciascuna è stato misurato con una scala di valutazione ad hoc, chiamata "Berkman-Syme Social Networks Index"; la scala tiene conto di fattori tra cui lo stato civile (sposata o nubile), la rete sociale di ciascuna e le sue dimensioni, la frequenza dei contatti con le persone della rete, la partecipazione a gruppi religiosi o sociali.
E' emerso che meno isolata socialmente risultava la donna alla diagnosi di tumore, più chance di sopravvivere aveva. Il rischio di morte per tumore (e per tutte le altre cause) si riduceva al crescere della sua integrazione sociale. Più dirimenti sono risultati i rapporti intimi con parenti e amici; poco influente, invece, l'appartenenza a gruppi religiosi e sociali. E' possibile che i rapporti sociali aumentino le chance di guarigione dal cancro in vario modo, riducendo lo stato infiammatorio dell'organismo (come dimostrato in precedenti studi), riducendo lo stress, aiutando il paziente a vivere in modo sano e aiutandolo anche praticamente nel processo di cura, ricordandogli gli appuntamenti medici e accompagnandolo alle visite.
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