Sanità

L'Italia investe il 14,1% della sua spesa pubblica per mantenere il proprio sistema sanitario, l'1,1% meno della media europea. Chi spende più di tutti è l’Irlanda, che dedica alla sanità il 19,3% della sua spesa, ma sul Pil vale soltanto il 5,7%, mentre in Italia il tasso è al 7%.E' quanto emerge dal primo Rapporto "Il termometro della salute", realizzato da Eurispes ed Enpam – la cassa di previdenza dei medici – sotto l'egida dell'Osservatorio sulla Salute, Previdenza e Legalità.

Presentata ieri a Roma, la ricerca rimanda l’immagine di una sanità pubblica diversa da quella usuale, tutt’altro che in dissesto e condannata al declino. I dati a livello internazionale, anzi, attestano che in Italia il bene-salute è accettabilmente garantito, pur tra le difformità e gli squilibri che ne inficiano l'immagine complessiva. Conferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Immaginiamo che il sistema sanitario italiano sia un paziente, possiamo tranquillamente affermare che la sua salute è buona. Cinque anni fa questo paziente rischiava di morire a causa di una malattia cronica per cui non c'erano farmaci, oggi però il farmaco è stato scoperto e non è altro che la riforma progressiva di tutti i livelli che abbiamo messo in campo e che ha permesso di monitorare e sostenere il sistema salute. Ora il paziente sta bene, ma dobbiamo prevenire alcune malattie che potrebbero arrivare presto e continuare a dare la giusta medicina, che vuol dire sostenibilità del fondo, non perdere di vista le riforme e continuare sulla strada dell'innovazione e del personale sanitario». «Nonostante i ritardi e i problemi» ha aggiunto Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes «nel confronto internazionale il nostro Sistema sanitario rimane uno dei migliori al mondo per la capacità di assicurare la salute dei nostri cittadini».