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Psychology

Psicologia analitica, percorsi italiani Il racconto di un testimone

Marcello Pignatelli

Marcello Pignatelli, laureato in Medicina all’Università di Roma nel 1947, specializzato in Pediatria e in Endocrinologia, ha lavorato negli ospedali romani (Fatebenefratelli e Santo Spirito).

Alla prima analisi freudiana, con Nicola Perrotti e con Claudio Busnelli, è seguita quella junghiana svolta con Ernst Bernhard.

Ha insegnato Psicoterapia Analitica nelle scuole di specializzazione in Psichiatria di Modena, di Milano e di Ancona.

Didatta dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), di cui è stato presidente dal 1980 al 1984, ha fatto parte del comitato esecutivo dell’IAAP (International Association of Analytical Psychology). Uno dei fondatori, nel 1970,  della «Rivista di Psicologia Analitica», ne è stato Direttore responsabile dal 1995 al 2006. Curatore di 8 volumi, è autore di oltre 30 articoli pubblicati sulla Rivista, oltre che dei saggi ospitati su periodici diversi.  Insieme al comitato di redazione ha organizzato il primo Congresso Internazionale di Psicologia Analitica in Italia (1973) e ha fondato (1977) il «Giornale storico di psicologia dinamica». Ha partecipato alla stesura del Trattato di Psicologia Analitica (UTET) e, in collaborazione con i membri fondatori della Rivista, ha curato la «Biblioteca di psicoterapia analitica» edita da Marsilio. Da decenni svolge pratica privata di psicoterapia analitica.

Il racconto si muove tra spunti autobiografici e osservazioni che, attraverso l’esperienza psicologico analitica, hanno indotto l’autore a formulare rilievi critici e ad avanzare un sistema articolato di idee e di proposte futuribili.

Due linee distinte ma interconnesse caratterizzano questa narrazione: il dialogo psichico interno e quello operativo con il pubblico, quando la finestra della stanza di lavoro si spalanca sul mondo in un’interazione continua con gli apporti terapeutici e i confronti istituzionali.

Ricordi preziosi, a volte intimi, indicano le pietre miliari dello sviluppo della psicologia analitica in Italia. Bernhard, quindi, per non citare ancora Jung, e l’istituzione dell’AIPA, i protagonisti dei primi anni e le inevitabili scissioni; l’arrivo del ’68, del gioco della sabbia, di Hillman; contatti con i freudiani; scuole, statuti, regolamenti...

L’autore è un testimone che, guardando il gruppo analitico da fuori, si interroga sulla propria appartenenza, sul senso profondo del suo operare, sul fatto che prendersi cura significa più di ogni altra cosa coinvolgere l’altro nella ricerca di conoscenza in un afflato emotivo.

Fatti, riflessioni e intuizioni si compongono in un disegno narrativo racchiuso nella rigorosa cornice della psicoanalisi che ne costituisce oggetto, contenitore e contenuto.

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Siamo e resteremo nel labirinto.

Il labirinto non è luogo dal quale si possa uscire

e non possiamo attenderci nulla da fuori,

meno che mai la nostra «salvezza».

Il compito, il senso della vita e di quell’aspetto essenziale

della vita umana che è la cultura è lavorare insieme,

nel dialogo e nel rispetto reciproci, nel rigore analitico,

nell’assenza di dogmi messianici,

affinché la condizione nel labirinto,

che è la condizione umana,

sia resa progressivamente più sopportabile,

meno ingiusta.

G. Zagrebelsky
Sample ImageOrgano ufficiale dell’A.R.P.Ad., (l’Associazione Romana per la Psicoterapia dell’Adolescenza e del Giovane Adulto), rivista fondata da Arnaldo Novelletto. Periodico semestrale dedicato alla psicoanalisi dell’adolescenza e alle sue espressioni nei contesti istituzionali.
Femminilità (anno II, n. 1) raccoglie i lavori presentati alla Giornata di studio organizzata a Roma dall’ARPAd , il 9 Aprile 2005, sul tema: «L’incontro con il femminile in adolescenza».
Sample ImageChe cosa sarebbe la psicologia se Jung non avesse incontrato Freud?
Che cosa sarebbe la filosofia se Sartre non avesse incontrato Simone de Beauvoir?
Che cosa sarebbe la nostra vita se non avessimo incontrato quell’autore, quell’uomo o quella donna?
È lecito chiedersi se la vita simbolica, oltre che nei sogni, si manifesti anche nella realtà sotto forma di coincidenze significative?
Due avvenimenti non collegati da nessuna causa, ma che tuttavia, accadendo simultaneamente, creano un senso per la persona che ne è soggetta... la sincronicità è senza dubbio uno dei fenomeni psichici più affascinanti.
Questo libro, della sincronicità indaga innanzitutto la sfera relazionale. Parla degli incontri, sincronistici appunto, che fanno sì che persone, autori e opere si presentino nella nostra vita in momenti determinanti, acquisendo così un valore simbolico di trasformazione. Vengono esaminati i processi psichici che si manifestano sotto forma di motivi tematici o di inclinazioni che ci attirano e ci conducono impercettibilmente verso una persona, un lavoro oppure un paese.
L’autore spiega in che modo possiamo approfondire il senso di un avvenimento sincronistico e, per creare ipotesi interpretative, fa ricorso anche a metafore tratte dalle scienze della complessità e dalla teoria del caos.
DIALOGHI TRA PSICHE E SOMAFranco Nanetti
DIALOGHI TRA PSICHE E SOMA
Fondamenti di antropoanalisi fenomenologica applicata

La malattia è un luogo in cui si apprende. La massima di Pascal, in apertura del volume, riassume nel più efficace dei modi il senso e il profondo messaggio di questa trattazione. I malesseri e le malattie del corpo sono segni di fuga, quasi degli alibi della psiche, che ci costringono – il più delle volte nostro malgrado – a guardarci dentro, a scoprire simboli nascosti dietro sintomi e a individuare e comprendere il lato spirituale dell’aspetto corporeo.

L’esame particolareggiato e puntuale che l’autore fa delle malattie del corpo si affianca immediatamente alle considerazioni di natura psicologica. L’interpretazione simbolica dell’organo «malato», infatti, permette non solo la comprensione della biografia emotiva e relazionale del soggetto, ma ne determina anche la sua azione trasformativa: la dimensione evolutiva della guarigione. Nella guarigione psicosomatica, che può non coincidere con la scomparsa del sintomo, il soggetto è impegnato a guardarsi in profondità, per conoscere ciò che ancora non sa, piuttosto che a eliminare ciò che il corpo ha reso evidente. Rintracciare in se stessi il corrispettivo psichico dei disturbi fisici equivale alla guarigione. E la guarigione dalla malattia, quando arriva, non riscatta più solo il corpo ma innanzitutto la mente, aprendo strade a dimensioni dell’essere a tutto tondo.
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Franco Nanetti, docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Urbino. Svolge attività di ricerca in relazione allo studio dei processi della comunicazione interpersonale, sia nell'ambito della formazione degli educatori che della psicologia applicata. È didatta, supervisore e coordinatore scientifico della Scuola Superiore di Counseling professionale interpersonale integrato, presidente e responsabile didattico dell'Associazione Italiana di Psicologia Applicata e della Comunicazione. È autore di numerosi libri, tra i quali segnaliamo: Miti e metafore del cambiamento (1995), Il sogno che non si racconta (1991), I segreti del corpo (2003), Capirsi. Psicopedagogia della comunicazione interpersonale (con M. Rizzardi, 2002), Psicopedagogia del movimento umano (con L. Cottini e M. Busacchi, 1996), La forza di ritrovarsi (2003), Gli itinerari dell'amore (2004).
Prezzo: €16.00

IL LIBRO

Il testo inizia con una panoramica proprio delle difficoltà tipiche della transizione adolescenziale abbracciando le più disparate tematiche come: identità e concetto di Sé, correlazione tra psicopatologia e suicidio, fattori predisponenti personali familiari e sociali, arrivando poi a riflessioni che vedono riportare teorie, ipotesi ed indicazioni di studiosi del settore su aspetti come: “l’organizzazione del suicidio nella mente dell‚adolescente e prevenzione, il contributo delle teorie interazioniste, gli orientamenti psicologici, riflessioni sul movente suicidario”. Il punto osservazione che è stato scelto è quello della centralità della etiologia policausale: sociale, biologica e psicologica del suicidio. Non esiste una personalità suicidaria, però sicuramente esistono delle aree di vulnerabilità quali disturbi di personalità, problematiche psichiatriche, fattori psicosociali e ambientali, elementi ge-netici e familiari e fattori bioumorali.
Il volume offre sicuramente importanti contributi ed indicazioni, in chiave psicologica e sociale, utili non soltanto per l’aspetto teorico, ma anche perché possono essere “tradotti”, sul piano operativo, come un ulteriore elemento e tentativo, a disposizione sia di coloro che abbiano curiosità personali e culturali a vario titolo, sia coloro che sono già inseriti in contesti operativi e di ricerca e cerchino approfondimenti e aggiornamenti specifici su questo difficile problema.

A chi è rivolto il lavoro: Insegnanti delle scuole superiori, psicologi, psicoterapeuti, studenti di psicologia, centri di recupero di soggetti che hanno tentato il suicidio.

L'AUTORE

Maurizio Mazzani

Psicologo, psicoterapeuta a indirizzo cognitivo-costruttivista, fondatore dell’Istituto Dyer. Curiculum - Autore dei libri:

"Psicologia Vera o religione" Ed. Sovera, Roma - "Personalità e Oncologia" aut. Mazzani Pacciolla, Ed. Laurus Robuffo, Roma - "Il Suicidio in Adolescienza" ed. Laurus Robuffo Roma 2004 aut: "Mazzani Maurizio prefaz. Prof. Gaetano de Leo"

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