Aiutare le donne vittime di violenza a denunciare senza sentirsi giudicate e, al tempo stesso, fornire supporto anche alle famiglie delle vittime. Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le 'Linee guida per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza sociosanitaria per le donne che subiscono violenza'. Asl e ospedali avranno ora un anno di tempo per adottarle.
Il documento indica come creare, nelle aziende sanitarie italiane, un "Percorso per le donne che subiscono violenza": un percorso veloce dedicato ad accogliere le donne che subiscono violenza sin dal momento in cui arrivano al pronto soccorso fino alle case rifugio. A tal scopo, le linee guida forniscono elementi concreti, come uno strumento di rilevazione del rischio di recidiva, validato a livello nazionale.
È previsto inoltre un codice giallo per la donna che arriva al triage così da garantire tempestività della presa in carico. Da lì inizia un percorso che prevede un'area di accoglienza che le garantirà privacy e sicurezza, e dove verrà sottoposta tutte le visite dal caso. Qui comincerà anche un confronto con l'operatore sanitario, comunque improntato all'umanità. Il documento prevede poi indicazioni su come conservare tracce biologiche per eventuali processi futuri.
Le linee guida, infine, coinvolgono anche i figli, dal momento che la paura di denunciare spesso è dovuta dalla paura di un loro allontanamento.
In Italia oltre cento donne ogni anno vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. Si tratta di una vera e propria strage e ai femminicidi di aggiungono poi violenze che sfuggono ai dati ma che, se non vengono fermate in tempo, rischiano di fare tante altre vittime.
Sono migliaia le donne aggredite, picchiate, perseguitate e sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso: violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, sytalking. Eppure, ancora soltanto circa una donna su dieci che subisce violenza decide di denunciare, continuando a subire per anni maltrattamenti e abusi fisici e psicologici.
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