Scoperto da Italiani, in uno studio su pazienti senza precedenti al mondo, il ruolo chiave di una piccola regione del cervello, l'area tegumentale ventrale (VTA), nella malattia di Alzheimer. Se la VTA funziona poco, ne risente il funzionamento del 'centro' della memoria, l'ippocampo e quindi la capacità di apprendere e ricordare.
Resa nota sul Journal of Alzheimer's Disease, la scoperta potrebbe rivoluzionare sia la diagnosi precoce, sia le terapie per questa forma di demenza, perché identifica un meccanismo che scatta repentinamente e che potrebbe, di fatto, innescare la malattia. «La nostra scoperta indica che se l'area tegmentale-ventrale (VTA) non produce la corretta quantità di dopamina per l'ippocampo, questo non funziona più in modo efficiente», spiega l'autrice Annalena Venneri dello Sheffield Institute for Translational Neuroscience (SITraN) in Gran Bretagna, e la formazione dei ricordi risulta compromessa.
Venneri e Matteo De Marco della University of Sheffield hanno eseguito test cognitivi e risonanze magnetiche "ultrapotenti" su pazienti con Alzheimer, soggetti con declino cognitivo lieve e persone sane, trovando una correlazione tra dimensioni e funzioni (capacità di produrre dopamina, 'neurotrasmettitore' fondamentale per il cervello) della VTA con le dimensioni dell'ippocampo e le funzioni cognitive dell'individuo. Più piccola è la VTA, minori risultano le dimensioni dell'ippocampo e la capacità del soggetto di apprendere e ricordare.
Resa nota sul Journal of Alzheimer's Disease, la scoperta potrebbe rivoluzionare sia la diagnosi precoce, sia le terapie per questa forma di demenza, perché identifica un meccanismo che scatta repentinamente e che potrebbe, di fatto, innescare la malattia. «La nostra scoperta indica che se l'area tegmentale-ventrale (VTA) non produce la corretta quantità di dopamina per l'ippocampo, questo non funziona più in modo efficiente», spiega l'autrice Annalena Venneri dello Sheffield Institute for Translational Neuroscience (SITraN) in Gran Bretagna, e la formazione dei ricordi risulta compromessa.
Venneri e Matteo De Marco della University of Sheffield hanno eseguito test cognitivi e risonanze magnetiche "ultrapotenti" su pazienti con Alzheimer, soggetti con declino cognitivo lieve e persone sane, trovando una correlazione tra dimensioni e funzioni (capacità di produrre dopamina, 'neurotrasmettitore' fondamentale per il cervello) della VTA con le dimensioni dell'ippocampo e le funzioni cognitive dell'individuo. Più piccola è la VTA, minori risultano le dimensioni dell'ippocampo e la capacità del soggetto di apprendere e ricordare.
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=16782&titolo=Scoperta-su-pazienti-area-cervello-chiave-nell-Alzheimer