Analizzando i post su Twitter e le ricerche su Google è possibile trovare le zone dove sta aumentando l'avversione alla vaccinazione e dove quindi è più probabile che possano verificarsi epidemie dovute alla bassa copertura. Lo afferma uno studio internazionale basato sul caso del morbillo in California pubblicato dalla rivista Pnas. Nello studio coordinato dall'università canadese di Waterloo sono stati analizzati migliaia di tweet geolocalizzati prima del 2014, anno dell'epidemia californiana, che menzionavano i vaccini per rosolia, parotite e morbillo, classificandone il "sentiment" con l'intelligenza artificiale. I ricercatori hanno anche studiato le ricerche su Google sul morbillo, anche in questo caso associando alle parole chiave l'atteggiamento espresso dalla ricerca.
Dallo studio è emerso che attraverso l'analisi sarebbe stato possibile vedere i segnali del rifiuto della vaccinazione in California già due anni prima dell'epidemia, con il raggiungimento di un punto di non ritorno con la copertura sotto i livelli di sicurezza. «Questo studio ci dice che le stesse teorie matematiche utilizzate per predire i punti di non ritorno in fenomeni come i cambiamenti climatici sono utilizzabili nella salute pubblica» afferma Chris Bauch, l'autore principale «Monitorando le attitudini verso le vaccinazioni sui social media le organizzazioni potrebbero avere l'opportunità di dirigere le loro risorse verso le aree in cui appare più probabile un rifiuto dei vaccini nella popolazione e prevenire».
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=16051&titolo=Vaccini-post-su-social-anticipano-epidemie-dovute-a-rifiuto