Chiamarlo "chemo brain" (cervello da chemio) ha senso solo relativamente. Il fenomeno che riguarda problemi di memoria e una certa confusione nei pensieri a cui si può andare incontro quando si è affrontato un tumore, non è solo il risultato della chemioterapia, ma può cominciare già nel momento in cui il cancro inizia e si sviluppa. Emerge da uno studio guidato dal Baycrest's Rotman Research Institute di Toronto, in Canada, pubblicato su Neuroscience. Dopo la chemioterapia ben il 65% delle pazienti con carcinoma della mammella denuncia vuoti di memoria, difficoltà a concentrarsi, la necessità di più tempo per completare compiti.
Anche persone con altri tipi di cancro riportano problemi simili. Per capire come il fenomeno si sviluppi gli studiosi hanno preso in esame dei topi femmina,metà dei quali con tumore. Hanno dapprima somministrato loro una serie di test di apprendimento e di memoria. Poi, i topi hanno ricevuto dei farmaci chemioterapici, il metotrexato e il 5-fluouracile, o una soluzione salina. Sono stati quindi sottoposti di nuovo alle stesse prove e ad altre nuove. Secondo i risultati già prima del trattamento i topi con un tumore avevano risultati peggiori nei test di apprendimento e di memoria rispetto a quelli che non avevano la malattia. Dopo la chemioterapia, le prestazioni dei topi con il cancro peggioravano e anche i roditori senza neoplasia mostravano segni di deterioramento cognitivo. Questi risultati secondo i ricercatori gettano le basi per lo sviluppo di trattamenti mirati. Già ricerche precedenti hanno mostrato che i farmaci usati per trattare problemi di memoria nell'Alzheimer e l'esercizio fisico possono compensare il 'chemo brain', ora il prossimo passo è misurarne gli effetti concreti.
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=15935&titolo=Tumori,-deficit-memoria-e-confusione-non-solo-colpa-chemio