Limitare l'uso del placebo quando si sperimentano farmaci antitumorali. Lo afferma una bozza di linea guida pubblicata dall'Fda, secondo cui questa metodologia di sperimentazione va usata in casi particolari. Il doppio cieco, si sostiene, è utile perché né medico né paziente sanno chi è in trattamento.
Quando però si usano antitumorali, soprattutto quelli di nuova generazione, gli effetti collaterali sono tali da non garantire la segretezza del protocollo. Inoltre, chi riceve il placebo potrebbe vedersi negata una terapia che potrebbe salvargli la vita e lo stesso doppio cieco potrebbe far confondere i sintomi della malattia con gli effetti collaterali del farmaco, portando a errori nei trattamenti.
"Dati questi problemi - conclude il documento - l'Fda raccomanda di usare il placebo solo in circostanze selezionate o per alcuni test particolari, come quelli in cui si confronta un farmaco con lo stesso farmaco più un altro (add on), o in cui la variabile da osservare è altamente soggettiva, per esempio nei casi in cui si valuta lo stato di salute riportato dai pazienti".
Quando però si usano antitumorali, soprattutto quelli di nuova generazione, gli effetti collaterali sono tali da non garantire la segretezza del protocollo. Inoltre, chi riceve il placebo potrebbe vedersi negata una terapia che potrebbe salvargli la vita e lo stesso doppio cieco potrebbe far confondere i sintomi della malattia con gli effetti collaterali del farmaco, portando a errori nei trattamenti.
"Dati questi problemi - conclude il documento - l'Fda raccomanda di usare il placebo solo in circostanze selezionate o per alcuni test particolari, come quelli in cui si confronta un farmaco con lo stesso farmaco più un altro (add on), o in cui la variabile da osservare è altamente soggettiva, per esempio nei casi in cui si valuta lo stato di salute riportato dai pazienti".
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=17685&titolo=Antitumorali-Fda-propone-limiti-al-placebo-nei-trial