I medicinali per il sistema cardiovascolari guidano la classifica dei consumi tra gli italiani, mentre antineoplastici e immunomodulatori sono al primo posto per impatto sulla spesa farmaceutica pubblica. Lo dice il Rapporto Osmed sull’uso dei farmaci in Italia presentato ieri a Roma dall’Aifa, che nel 2017 ha contato 1.708,2 dosi medicinali consumate ogni giorno ogni 1000 abitanti, il 66,2% a carico del Ssn, il 33,8% acquistato privatamente tra classe A e classe C con ricetta e automedicazione. In assistenza convenzionata si è registrato un consumo di 972,7 ddd/1000 abitanti die, in ambito ospedaliero di 158,7 ddd/1000 abitanti die.
I medicinali cardiovascolari, con 484,2 ddd/1000 abitanti die, sono i più utilizzati, a cominciare da Ace-inibitori, sartani, statine, calcio-antagonisti diidropiridinici e beta bloccanti selettivi. Al secondo posto troviamo invece i farmaci per apparato gastrointestinale e metabolismo, 183 ddd/1000 abitanti die, soprattutto inibitori della pompa protonica. Sul podio anche i farmaci del sangue e organi emopoietici, con 125,4 ddd/1000 abitanti die, tra i quali i più utilizzati sono gli antiaggreganti piastrinici, eparina esclusa. Al quarto posto ci sono i farmaci del Sistema Nervoso Centrale, con 86 ddd/1000 abitanti die, soprattutto antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), al quinto i farmaci dell’apparato respiratorio, con 43,6 ddd/1000 abitanti die, in primis adrenergici e gli altri antiasmatici.
La categoria di farmaci che assorbe la quota maggiore di spesa farmaceutica pubblica è, invece, quella della antineoplastici e immunomodulatori, costati 5.063 milioni di euro nel 2017, con una spesa pro capite a carico del Ssn pari a 83,57 euro. Nel 2017 è restata stabile la spesa per l’assistenza convenzionata (-0,2% rispetto al 2016), che ha riguardato soprattutto inibitori dell’aromatasi e della calcineurina. L’Aifa segnala, però, l’aumento del 12,9% della spesa da parte delle strutture sanitarie pubbliche, soprattutto per acquistare anticorpi monoclonali, seguiti da inibitori della proteina chinasi e da inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (Tnf-alfa).
I medicinali cardiovascolari, con 484,2 ddd/1000 abitanti die, sono i più utilizzati, a cominciare da Ace-inibitori, sartani, statine, calcio-antagonisti diidropiridinici e beta bloccanti selettivi. Al secondo posto troviamo invece i farmaci per apparato gastrointestinale e metabolismo, 183 ddd/1000 abitanti die, soprattutto inibitori della pompa protonica. Sul podio anche i farmaci del sangue e organi emopoietici, con 125,4 ddd/1000 abitanti die, tra i quali i più utilizzati sono gli antiaggreganti piastrinici, eparina esclusa. Al quarto posto ci sono i farmaci del Sistema Nervoso Centrale, con 86 ddd/1000 abitanti die, soprattutto antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), al quinto i farmaci dell’apparato respiratorio, con 43,6 ddd/1000 abitanti die, in primis adrenergici e gli altri antiasmatici.
La categoria di farmaci che assorbe la quota maggiore di spesa farmaceutica pubblica è, invece, quella della antineoplastici e immunomodulatori, costati 5.063 milioni di euro nel 2017, con una spesa pro capite a carico del Ssn pari a 83,57 euro. Nel 2017 è restata stabile la spesa per l’assistenza convenzionata (-0,2% rispetto al 2016), che ha riguardato soprattutto inibitori dell’aromatasi e della calcineurina. L’Aifa segnala, però, l’aumento del 12,9% della spesa da parte delle strutture sanitarie pubbliche, soprattutto per acquistare anticorpi monoclonali, seguiti da inibitori della proteina chinasi e da inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (Tnf-alfa).
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=17492&titolo=Farmaci-cardiovascolari-i-piu-usati-dagli-Italiani,-antitumo