Da sogni di appassionati di fantascienza a reale strumento a disposizione dei medici. Pare essere questo il futuro delle cosiddette “Smart pill”, capsule simili per dimensioni a quelle degli antibiotici ma dentro telecamere, macchine fotografiche e sensori in grado di registrare e rilevare l’aspetto e proprietà chimiche dell’interno del nostro corpo.
Una prospettiva interessante, oltre che dal punto di vista clinico, anche da quello industriale, dal momento che le previsioni parlano di un mercato dal valore potenziale di tre miliardi di dollari entro il 2025. Medtronic, Olympus Corporation, Proteus Digital Health, MediSafe e CapsoVision sono alcune delle aziende che più si stanno facendo luce in questo settore e stanno facendo registrare, già oggi, una crescita annua del 15,5 per cento. Essendo strumenti che è possibile chiedere al paziente di ingoiare, lo scenario principe di utilizzo è quello delle indagini sull’apparato gastrointestinale.
La prima pillola in grado di svolgere questo compito è stata immessa sul mercato nel 2001 e ha rappresentato un’innovazione molto importante nella diagnostica, per esempio di poliposi intestinali. Allora la rilevazione era solo ottica. Le pillole erano cioè in grado solo di riprendere delle immagini. L’innovazione ha invece introdotto la capacità di monitorare parametri come il Ph, i ritmi respiratori e cardiaci e quella di rilasciare farmaci. Il mercato delle pillole “smart” si prepara anche ad applicazioni diverse da queste.
Lo scorso novembre l’Fda, per esempio, ha approvato l’uso di un farmaco per la schizofrenia che incorpora un sensore in grado di comunicare al medico, previa concessione della deroga alla privacy, l’avvenuta assunzione del medicinale. Non solo monitoraggio di parametri fisiologici, quindi, ma anche verifica dell’aderenza terapeutica.
Una prospettiva interessante, oltre che dal punto di vista clinico, anche da quello industriale, dal momento che le previsioni parlano di un mercato dal valore potenziale di tre miliardi di dollari entro il 2025. Medtronic, Olympus Corporation, Proteus Digital Health, MediSafe e CapsoVision sono alcune delle aziende che più si stanno facendo luce in questo settore e stanno facendo registrare, già oggi, una crescita annua del 15,5 per cento. Essendo strumenti che è possibile chiedere al paziente di ingoiare, lo scenario principe di utilizzo è quello delle indagini sull’apparato gastrointestinale.
La prima pillola in grado di svolgere questo compito è stata immessa sul mercato nel 2001 e ha rappresentato un’innovazione molto importante nella diagnostica, per esempio di poliposi intestinali. Allora la rilevazione era solo ottica. Le pillole erano cioè in grado solo di riprendere delle immagini. L’innovazione ha invece introdotto la capacità di monitorare parametri come il Ph, i ritmi respiratori e cardiaci e quella di rilasciare farmaci. Il mercato delle pillole “smart” si prepara anche ad applicazioni diverse da queste.
Lo scorso novembre l’Fda, per esempio, ha approvato l’uso di un farmaco per la schizofrenia che incorpora un sensore in grado di comunicare al medico, previa concessione della deroga alla privacy, l’avvenuta assunzione del medicinale. Non solo monitoraggio di parametri fisiologici, quindi, ma anche verifica dell’aderenza terapeutica.
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=16266&titolo=Smart-pill%94,-l%92innovazione-tecnologica-sostiene-un-mercato