Almeno per quanto riguarda i tumori del retto e le asportazioni del rene la chirurgia robotica non dà risultati migliori rispetto a quella fatta da un medico "umano", che oltretutto è in grado di effettuare gli interventi più velocemente. Lo affermano due studi, uno dell'università di Leeds e uno di quella di Stanford, pubblicati dalla rivista Jama. In una delle due ricerche, quella dell'università di Leeds, è stato descritto un test clinico su 471 pazienti con tumore del retto, metà dei quali operata con una laparoscopia, una procedura minimanente invasiva, effettuata da un chirurgo, mentre l'altra metà da un robot.
Lo studio non ha evidenziato nessuna differenza nell'esito dell'intervento, nè nel tasso di complicanze o nella qualità della vita a sei mesi dei pazienti. La velocità di esecuzione dell'intervento è risultata minore con il chirurgo in carne ed ossa, mentre il costo era maggiore per la procedura robotica. Risultati simili si sono avuti per il secondo studio: i ricercatori hanno valutato oltre 5mila interventi di asportazione del rene fatti con il robot e 18mila fatti in laparoscopia, concludendo che non c'erano differenze negli esiti ma che l'intervento 'umano' era più veloce e meno costoso. «L'aumento della costosa procedura robotica al posto di quella laparoscopica senza un vantaggio definito per il paziente - scrivono gli autori dell'ultimo studio - è un problema che può essere applicato non solo al campo urologico ma all'intera chirurgia».
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