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MEDICINA NON CONVENZIONALE

La mia testa è sempre più vuota. Un caso clinico omeopatico di Hydrogenon

Written by CYBERMED NEWS
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omeopatia

Marco è un bel ragazzo biondo dagli occhi azzurri molto chiari. Ha 19 anni nel 1990 quando presenta i primi malesseri. A Luglio ha conseguito la maturità che gli è costata non poca fatica e a Novembre dello stesso anno un'influenza prolungatasi 2 settimane lo ha definitivamente steso (così dice lui). "Mi sento tanto strano, non mi interessa più niente, non mi va neanche di giocare a pallone con gli amici" (fa parte di una squadra di serie C). A quei tempi non esercitavo ancora, ma frequentavo lo studio del mio maestro Stefano Buffetti che dopo una visita accurata gli prescrive PHOSPHORUS 200 CH. Il miracolo avviene e Marco torna al pallone con gioia e - ahimè anche alla caccia.

 

Sei mesi dopo i sintomi riappaiono. Stefano ripete PHOSPHORUS 200 CH e tutto torna alla normalità.

Dal 1991 al 1996, con scadenze all'incirca semestrali, ma soprattutto in seguito ad episodi influenzali o a particolare tensione, i sintomi riappaiono per scomparire con l'assunzione di PHOSPHORUS 200. Nel gennaio del 1997 Marco sta di nuovo male. Stefano Buffetti non fa più ambulatorio a Terni e il ragazzo questa volta decide di andare da un neurologo. Viene imbottito di psicofarmaci con il risultato che passa 18 ore su 24 a letto in un sonno quasi comatoso.

Ai primi di marzo del '97 si rivolge a me per una visita: "Mi sento male, così male che è meglio morire; non ho dolori nel corpo all'infuori dell'otite di cui soffro ogni tanto. E' la mia testa che è vuota voi non potete capire..." E i suoi grandi occhi azzurri, una volta così vivi, si perdono nel vuoto assoluto.

Marco è di poche parole e mi devo accontentare. Siccome per 6 anni ha risposto bene a PHOSPHORUS 200 CH glielo ripeto, ma senza risultato. Passo a PHOSPHORUS 10MK, 30 gocce per 5 giorni di seguito ed i sintomi scompaiono restituendo Marco alla gioia di vivere.

Sei mesi dopo ecco riapparire i sintomi. Quando rivedo Marco è sempre il suo sguardo che mi colpisce, non c'è più anima dentro. Gli chiedo di descrivermi i suoi sintomi e lui, un po' stizzito, risponde che non c'è nulla di nuovo, che è sempre tutto uguale. "Che c'è? C'è che non mi sento più, io non esisto più; vado a cena con gli amici, rido, scherzo ma non sono io. Non sento più niente. Loro parlano, ma le voci sono strane e poi la mattina, quando mi faccio la barba e mi guardo allo specchio, ho paura perché non sono io - e qui ammutolisce - E poi la testa è vuota, vuota, non c'è più niente nella mia testa, lo vuoi capire che è vuota e poi dovrò pure andare dall'otorino per la mia otite!"

Chiedo spiegazioni in merito all' "otite". "Mi fa tanto male l'orecchio qui - e indica il padiglione auricolare - non lo posso neanche sfiorare".

Il padiglione è leggermente arrossato. Marco mi conferma che l'orecchio gli duole ogni volta che lui si sente male.

In quell'occasione ripete PHOPHORUS 10 MK, ma senza nessun effetto.

In seguito riprendo il caso in mano e repertorizzo come segue:

MIND concentration difficult
MIND Confusion of mind
MIND Delusions imagination division
MIND Between himself and others
MIND Delusion he is separated from the word
MIND Delusion everything is strange
MIND Delusion everything in unreal fear insanity
MIND Indifference, apathy
EAR Pain General on touch

Dal 1997 Marco ricorre a HYDROGENON 200 CH non appena si sente la testa vuota.

Il dolore all'orecchio esterno non si è più presentato e gli intervalli di benessere si sono allungati. La periodicità adesso è annuale.

Non ho altre esperienze di Hydrogenon, ma ho pensato a questo rimedio perché, secondo me, quando un paziente risponde bene ed a lungo ad un rimedio per poi non averne più beneficio, vale la pena cercare qualcosa di nuovo che abbia delle analogie con il precedente.

PHOSPHORUS era stato un ottimo per alcuni anni, poi più niente. A una prima repertorizzazione HYDROGENON appariva tra i piccoli rimedi e neanche al 1° posto, però ho fatto alcune considerazioni. L'idrogeno, mi sono detta, è un elemento estremamente volatile, ma anche il fosforo; pensiamo con quanta rapidità si accende e sparisce alla nostra vista e poi ho pensato ai fuochi fatui (ne ho visti tanti da piccola quando giocavo in un giardino che era un ex cimitero); poi ho riflettuto sul fatto che l'idrogeno quando è legato ad elementi, vedi HCL, H20, ecc. è in forma relativamente stabile, mentre quando è scisso assume la sua forma volatile. Marco non presentava forse un inizio di schizofrenia?

Rimando alla sperimentazione fatta da Sheer.

E poi c'era quel dolore acuto al padiglione auricolare che si aggravava con pressione e la periodicità caratteristica dei sintomi.

Insomma, mi sono detta che era il caso di osare.

http://www.informasalus.it/it/articoli/testa-vuota-caso-clinico-hydrogenon.php


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