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Al Via la Prima Edizione del Premio FareRete

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Roma, 16 ottobre 2018 – L’Associazione FareRete Innovazione Bene Comune Michele Corsaro

ONLUS, dà il via alla Prima Edizione del PREMIO FARERETE.

Ideata e promossa dalla stessa Associazione, l’iniziativa gode di patrocini di prestigio: Regione Lazio, Istituto Superiore di Sanità, Città metropolitana di Roma Capitale, Roma Capitale, Università Tor Vergata, Intergruppo Parlamentare Qualità della Vita nelle Città, Sport, Salute e Benessere, UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione), Consulta Cittadina Sicurezza Stradale Mobilità Dolce Sostenibilità, Health City Think Tank, IBDO Italian Barometer Diabetes Observatory.

Il Premio Fare Rete nasce al fine di contribuire alla creazione e diffusione di una cultura di innovazione e di valori tra tutti gli attori del sistema salute, a favore della sostenibilità economica del Sistema Sanitario Nazionale e della gestione della malattia.

L’iniziativa è stata presentata all’interno del Convegno Bene Comune: un valore costante in una società che cambia, svoltosi a Palazzo Valentini di Roma, da Paola Pisanti, Presidente dell’Associazione FareRete Innovazione Bene Comune ONLUS.

 

Il convegno moderato da Antonino Reale è stato introdotto dai saluti istituzionali della Dott.ssa Gemma Guerrini Vicepresidente Vicaria del Consiglio della Città metropolitana di Roma Capitale che ha portato i saluti del Sindaco di Roma Virginia Raggi. Al convegno sono intervenuti il Prof. Walter Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità, il Prof. Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute e Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze per la Vita - Presidenza del Consiglio, che hanno tenuto lectio magistralis sul tema del bene comune e l’Ing. Pasquale Cialdini, Presidente della Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibile che ha esposto l’esperienza pratica della Consulta come rete tra cittadini e Istituzioni per migliorare la sicurezza stradale e contribuire al ben comune.

Il concetto di bene comune, ha affermato la Dott.ssa Paola Pisanti, lo ritroviamo in tutte le espressioni storiche, filosofiche di diritto umano. Il bene comune non è la somma dei beni ma significa condividere le scelte per ottenere il bene, che si riversa poi nella comunità e di conseguenza anche sul cittadino. Noi, continua Paola Pisanti, ci dobbiamo domandare come fare per costruire il bene comune che non deve rimanere soltanto un’espressione ma deve essere costruito attraverso una rete. Significa, specifica Paola Pisanti, poter creare quel network di interessi che non sono solo economici. Il bene comune è un’opportunità per tutti, perché ha una ricaduta positiva e va costruito attraverso delle progettualità, cioè dobbiamo rendere questo concetto operativo e concreto. Nel nostro campo, prosegue Paola Pisanti, la progettualità può riguardare la salute, l’ambiente e il lavoro che sono 3 aree che si interfacciano e si sovrappongono l’una con l’altra: non può infatti esserci benessere se non c’è lavoro e non può esserci salute se non c’è un ambiente sano.

Il premio, precisa Paola Pisanti, è un’espressione di come questa progettualità si può concretizzare.

Una tematica del Premio è quella della Salute e Welfare e l’altra è quella dell’Educazione.

Nell’ambito del primo tema sono comprese alcune sottoaree che sono di grande importanza come la domiciliarietà, la non ospedalizzazione, la centralità della persona nelle cure, l’accesso ai servizi, la qualità di vita delle persone, l’integrazione di tipo socio ambientale. L’altra area, continua Paola Pisanti, è quella dell’educazione: educare i ragazzi a uno stile di vita corretto che serve ad esempio, anche a vivere la città con un rapporto di rispetto della strada, del pedone, dell’utilizzo della macchina. Quindi, il premio FareRete, sottolinea Paola Pisanti, intende premiare quei progetti che poi sarà possibile capillarizzare. Partire dal bene comune, conclude Pisanti, passare attraverso la progettualità fino ad arrivare alle evidenze che ci aiutino a vivere meglio.”

Bene comune in una società che è sempre più individualistica, parcellizzata, esordisce Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è andare contro corrente. Significa, sottolineare quanto certe azioni, certi settori, certi interventi, abbiano poi delle ricadute in generale sulla società e quindi sulle singole persone. Paradossalmente, spiega Ricciardi, investire

sul bene comune, è anche un atto egoistico, perché poi alla fine, sono i singoli individui a trarne

vantaggio.”

“È una sfida controcorrente, prosegue Walter Ricciardi, nel momento in cui è tutto parcellizzato e di cui l’individuo a volte, anzi, quasi sempre, è solo di fronte alla società. Persino a livello globale i singoli paesi lottano l’uno contro l’altro, in un contesto, che ha molto il sapore della guerra combattuta con altri mezzi: economici e politici, questo è a mio avviso, particolarmente importante.

Bene comune inoltre, sottolinea Il prof. Ricciardi, per antonomasia sono l’educazione, la formazione, la salute, la sanità, cioè tutte cose che sostanzialmente, sono da affrontare e risolvere.

Non ci si può auto-formare e non ci si può auto-curare, mette in guardia il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, quelli che lo fanno, vanno incontro a problemi seri perché rimangono ignoranti o come si dice oggi ‘analfabeti funzionali’. Sono coloro che hanno seri problemi ad inserirsi nella società e addirittura nel campo della salute, quando si ammalano, muoiono per mancanza di conoscenza. Quindi, ribadisce Ricciardi, a mio avviso, questi, sono dei settori cruciali, ed è importante che la società civile continui a porre all’attenzione questi settori ed in particolar modo nella politica, perchè la politica oggi, è molto spesso a brevissima durata e questi invece sono investimenti di media-lunga durata.”

“Oggi, afferma ancora Ricciardi, la salute o meglio la sanità è sempre più tecnologica ed è giusto che sia così, perché abbiamo delle innovazioni tecnologiche fantastiche, mai come prima nella storia della medicina ad oggi, abbiamo visto risorse così incredibili, sempre crescenti e sempre migliori. È chiaro che, anche in questo caso, continua Ricciardi, il problema deve essere affrontato in maniera collettiva. Queste tecnologie costano, illustra il prof. Ricciardi, quindi, nessun singolo individuo potrebbe permettersi il lusso di usufruirne attraverso un accesso individuale, sono le società a doverlo fare e in questo caso è molto importante che lo facciano, perché altrimenti si determinerebbe un incremento enorme delle disuguaglianze, per cui, di fatto, i ricchi avrebbero accesso alle tecnologie e i poveri ne rimarrebbero esclusi. Questo, già oggi e in generale ma anche nel nostro paese, spiega ancora Ricciardi, emerge come un problema gravissimo, perché da una parte all’altra del paese, da nord a sud ci sono 4 anni di differenza di aspettativa di vita che sono motivati anche da questo. La sostenibilità è una sfida importante, afferma inoltre Walter Ricciardi, perché oggi, fra invecchiamento della popolazione, aumento delle malattie, innovazione tecnologica e i loro costi oltre che la differenziazione professionale, sempre meno medici e sempre meno infermieri, diventa veramente difficile garantire il sistema. Di fatto, conclude Ricciardi, all’OCSE, hanno ormai assodato che nessuno dei paesi occidentali ha una sanità sostenibile, quindi bisogna ragionare, le risorse ci sono, devono essere utilizzate meglio e soprattutto bisogna fare uno sforzo comune tra politica, management, professionisti e cittadini per cercare di garantire le cure.”

Essendo un endocrinologo, così introduce la sua Lectio il Prof. Andrea Lenzi Ordinario di Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma, ed avendo delle responsabilità istituzionali quali la presidenza del Comitato di Biosicurezza del Presidente del Consiglio, abbiamo pensato di fondare quest’Istituto per la Salute nelle città. Oggi, spiega il Prof. Lenzi, le città comprendono il 50% della popolazione mondiale ed è previsto che nel 2050 comprenderanno il 70% della popolazione mondiale, dico questo, perché bene comune significa comunità e quindi quando la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città, noi studiosi di numeri, dobbiamo osservare con attenzione quanto accade lì: amministratori, cittadini, medici, epidemiologi e urbanisti devono approfondire i numeri, per poter avere come risultato finale il benessere comune e quindi una salute diffusa e che la città non diventi, come lo sta diventando, purtroppo, un determinante di malattia.”

“Le tre cose che ritengo siano fondamentali, aggiunge il Prof. Andrea Lenzi nella sua Lectio magistralis, sono la formazione, l’educazione e anche l’informazione e tutto questo deve essere mirato non solamente ai cittadini ma moltissimo anche agli amministratori, perché solo dall’interazione fra i due potrà scaturire un progetto che dia vita alla possibilità di poter agire assieme in una rete. Tutto andrebbe molto meglio, afferma inoltre il professore, se cominciassimo a lavorare sui ‘super giovani’ cioè sull’educazione scolastica a partire dai primissimi giorni dell’infanzia. Questo ci aiuterebbe, conclude Lenzi, a creare i cittadini di domani. Il mondo è diventato come un condominio: se butti un pezzetto di carta per terra, nel pianerottolo di casa, il giorno dopo lo ritrovi. Lo stesso, vale per la propria città ed il proprio ambiente di vita.

La sicurezza stradale, afferma l’Ing. Pasquale Cialdini, Presidente della Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità, dovrebbe essere un bene comune per tutti i cittadini, la mobilità sostenibile dovrebbe essere un altro dei beni comuni dei cittadini che i cittadini hanno nelle loro città e nel territorio italiano. Questo convegno è importante, sottolinea l’Ing. Cialdini, perchè nella sicurezza stradale c’è bisogno di una rete, di fare rete. Quindi conclude Cialdini, un convegno che invita a fare rete alla ricerca del bene comune per la sicurezza stradale è proprio quello che serve, poichè non basta che solo gli utenti si adeguino alle norme ma è importante che le istituzioni, gli enti proprietari di strade, i fabbricanti di veicoli si adeguino anche loro, ad una visione diversa della sicurezza proprio in funzione del bene comune.”

“La parola Bene Comune, afferma Giuseppe Morelli, socio di FareRete Innovazione, Bene Comune, in realtà sono due parole: bene, che è un’opzione di un orientamento verso una realtà che ci trascende ma che ci chiede di essere incarnati nel mondo. Una realtà che agisce nel mondo.

L’altra parola: comune, continua Morelli, è il fatto che non esiste il bene se non esiste una vita insieme, in comune, perché noi come esseri umani e persone siamo relazionali, quindi se viene a mancare questa dimensione di sodalizio e di solidarietà è chiaro che non esiste la possibilità di realizzare il bene. La salute è da intendersi, sottolinea Morelli, come salute integrale, quindi non solo come aspetto del corpo ma anche dell’anima e questo ha un collegamento diretto anche con quella che è la terza dimensione che è quella vitale, quella con la vita e spirito. In questo senso, illustra inoltre Morelli, la salute rappresenta uno stato di grazia, proprio per ogni persona per la quale noi come comunità, famiglie, associazioni e comunità di base abbiamo il dovere di pensare al bene comune di ogni persona che si esplica anche nella salute integrale.

Angelo Tanese Direttore Generale di ASL1 Roma, membro della Commissione Giudicatrice del Premio afferma: “Sempre di più noi dobbiamo essere consapevoli che la salute non è assenza di

malattia ma è determinata da comportamenti, stili di vita e un insieme di elementi che devono essere considerati temi di promozione della qualità della vita e del benessere delle nostre comunità.

E’ molto importante, aggiunge Tanese, costruire, fra tutti gli attori del sistema, una maggior collaborazione per promuovere delle politiche sane. Oggi, si è anche parlato di quanto sia importante nelle città di porre al centro la salute e anche che il SSN sia un grande patrimonio da salvaguardare. C’è da auspicarsi, conclude Tanese, anche una politica più attiva, più partecipata e più condivisa per un maggior stato di salute della nostra popolazione.”

www.fareretebenecomune.it

 


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